A tu per tu con il direttore tecnico Sifonetti (che poi non riusciamo a capire se assolve anche al compito di DS oltre a quello di calciatore). Un incontro occasionale, tra due amici che casualmente hanno un argomento comune, in ruoli diversi ma con una passione che per dispersi aspetti li accomuna.

Basta un caffè per restare seduti a lungo ad un tavolo di un bar, magari aggiungendo qualche bicchiere di acqua e inevitabilmente parte la discussione, soprattutto su un progetto, sul suo progetto, sul “Progetto Sifonetti” che pian piano si sta materializzando.

L’altezza fisica del direttore tecnico di 1,73 metri si moltiplica all’infinito appena si sfiora l’argomento. Inizia il volo orgoglioso del responsabile del progetto, studiato minuziosamente e applicato nel corso dei due anni precedenti. La fase che sta per iniziare è la 3.0, forse vicino a quello che doveva essere il traguardo o forse nell’immediata prossimità della linea che separa la teoria dalla pratica.

Beh quest’anno hai messo su una bella squadra” il mio attacco (conoscendolo credo che non aspettasse altro).

Breve pausa quasi per far intendere che prepari la risposta, attendere prima di rispondere è cosa da veterani, da vecchi volponi “Sicuramente. Si riparte, con umiltà, ma senza interrompere la continuità. La panchina reta saldamente ancora a Luca (Aloisi), uno dei più promettenti tecnici calabresi.  A parte la dorsale che abbiamo subito confermato (Carrozza, Rizzo, Diaco, Scalise, lo stesso Sifonetti da giocatore) vogliamo continuare con i tanti giovani che già hanno dimostrato di meritare la categoria, lo testimonia il premio vinto per il concorso promosso dalla LND CR CALABRIA del Progetto Giovani”.

Quando si parla di giovani, orgogliosamente vedi Sifonetti pavoneggiarsi responsabilmente a tutela proprio di chi vuole emergere, non strumentalizzando i più talentuosi “Se sono bravi, è giusto che giochino, magari realizzando quello che potrebbe essere un loro sogno”.

Piccola pausa, il tempo giusto per un saluto a un amico che entra nel locale, chiaramente caffè offerto e via con secondo gettone per altro giro sulla giostra.

Inizio a scardinare, tento di fargli dichiarare i veri traguardi. “Non potete più nascondervi, oltre alla vecchia guardia, oltra ai giovani avete operato innesti di categoria superiore come Gratana, Catalano, Zangaro, non scherziamo, è una squadra da quartieri alti”

Solito attimo di riflessione ma ormai è da routine “Ottimi elementi, innegabilmente da categoria superiore, ci daranno qualità ed esperienza, lo abbiamo sempre detto che vogliamo migliorare quanto fatto lo scorso anno. Sarà sempre il campo poi a dire se lo meritiamo o no”. La risposta non è da oscar della cordialità, forse più “modello intervista”.

La società ha voluto ancora condividere le mie idee, confermandomi piena fiducia, in base ai risultati ottenuti hanno voluto continuare nel solco tracciato. Orgogliosamente posso dire che siamo quasi arrivati al traguardo che avevo quando ho iniziato a svolgere questo ruolo”.

Allora penso, ora prendo tempo io: Bilancio sano e parsimonioso, piazzamento in classifica più che buono, gruppo coeso e compatto, giovani promettenti, prospettive decisamente positive. Ora la cosa diventa interessante. “Giù, perché dici quasi?”.

Piccolo accenno di sorriso, subito rientrato. “La mia voglia di vedere una società, una squadra, una città unita forse riesco a materializzarla. La rosa dei calciatori è al 90% di ragazzi di Rossano il resto arriva da Corigliano. Se vogliamo premiare anche nello sport il concetto della città unità, orgogliosamente posso dire che la squadra è composta solo da elementi locali. La società è composta da imprenditori e professionisti di Rossano. Restava la città, restavano i tifosi che erano divisi. Orgogliosamente dico che il miglior acquisto di quest’anno non lo vedrete in campo, avrà un settore dedicato, quello riservato al tifo. Volendo usare un riferimento atletico, dico che abbiamo fatto un acquisto da Lega Pro, forse anche di serie B. Avere conquistato la fiducia della BRIGATA BIZANTINA mi rende immensamente felice, significa tanto, l’idea del progetto è stata recepita e condivisa. Una squadra di gente locale con una società concreta e con un tifo speciale può solo rendermi orgoglioso del lavoro fatto sinora”.

Chiaro, diretto e conciso il pensiero di Sifonetti. A prescindere il ruolo, calciatore, direttore o Ds “questi sono i fatti, frutto di un pensiero materializzato e forse ancora migliorabile”.

Tempo del conto, si va alla cassa, pago io o paghi tu poco conta, dopo la chiacchierata tra amici che vale pure il costo di due caffè, nel raggiungere le auto tento l’ultimo affondo “cosa intendi per migliorabile?” …. questa volta la risata precede la risposta “chissà, forse salendo di categoria”.

Concorrenti avvisati, c’è il “Progetto Sifonetti” che forse punta all’Eccellenza.

Franco Sangiovanni

 

Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial