CITTA’ di AMANTEA 1927 – CASSANO SYBARIS 2-1 (dts)

Città di Amantea 1927: Maio, Cuore, De Luca, Chiarello, Tringali (5′ 2°ts Rubino), Grupillo, Poltero, Miraglia (85′ De Luca S.), Amendola Andrea, Amendola Alessandro, Socievole (46′ Muraca) – All. Fabrizio Pirillo

Cassano Sybaris: Narvaez, Praino, Cruscomagno, Munoz, Karambiri, Savignon, Ruggeri Mauro, Ruggeri Franco, Ferracci, D’Amico, Alonso Alvarez (7′ 1°ts Armentano) – All. Diego Burgo

Marcatori: 5’ Amendola Alessandro (A), 10’ D’Amico, 7’ 1° ts Amendola Andrea (A)

Arbitro: Gatto Pasquale (sez. Lamezia Terme)

Assistenti: Romeo Paolo (sez. Reggio Calabria) – Piccolo Giuseppe (sez. Vibo Valentia)

Espulsi: De Luca (A), Chiarello (A), Grupillo (A), Cruscomagno (CS), Savigno Passoni (CS), Ruggeri Mauro (CS)

Ammoniti: Amendola Andrea (A), Praino (CS), Ruggeri Franco (CS)

Recupero: Pt 3’, St 3’, Pts 3’, Sts 3’

TUTTE LE FOTO DELLA GARA


Il Città di Amantea 1927 passa alla finalissima PLAYOFF del girone. Pubblico delle grandi occasioni per l’atteso incontro tra le due vere sorprese del campionato che iniziavano il torneo con obiettivi ben lontani da quelli poi positivamente conseguiti. Per i padroni di casi il doppio vantaggio di due risultati utili per passare il turno, per gli ospiti l’obbligo della vittoria.

Parte bene la squadra di casa e già 5’ passa in vantaggio con un colpo di teste del “solito” Alessandro Amendola bravo a sfruttare una punizione di Miraglia (il migliore dei suoi). Passano appena 5 minuti e il match ritorna in parità grazie alla rete di D’Amico (al suo 10° centro stagionale) che al 10’ realizza direttamente su calcio piazzato dal limite dell’area. Gara tesa, agonisticamente maschia ma senza interventi “a far male”. Al 26’ il direttore di gara Gatto espelle le prime due sue vittime, Savignon per il Cassano Sybaris e De Luca per l’Amantea, per “reciproche scorrettezze” a gioco fermo conseguente un calcio di punizione per fallo su Alessandro Amendola. Per il resto del primo tempo, gara condotta dagli ospiti con i locali impegnati a controllare (senza tanti affanni) e a ripartire con il duo di attacco Amendola&Amendola. Seconda parte con maggiore pericolosità del Cassano Sybaris. Al 64’ Alonso spara alto, al 66’ D’amico manca di poco il bersaglio dopo una sua serpentina, al 70’ replica Andrea Amendola che tenta il gol della giornata con una sforbiciata che termina però alta. Al 71’ il difensore Cuore salva sulla linea il possibile vantaggio ospite. Al 74’ Amenea in 9 per l’espulsione (la terza) a carico di Grupillo. Al 75’ il portiere Maio (uno dei migliori under della categoria) disinnesca una conclusione di D’Amico destinata in rete respingendo d’intuito sullla traversa e palla che termina in angolo. All’83’ ci prova su punizione Alessandro Amendola con palla respinta dalla barriera. Al 92’ dei tempi regolamentari l’arbitro riporta in parità numerica le squadre con la seconda espulsione a carico del Cassano Sybaris mandando sotto la doccia Mauro Ruggeri, reo, a suo giudizio, di un fallo sul portiere Maio in uscita (in verità entrambi erano in corsa sull’esterno sinistro dell’area di rigore con l’ospite che tenta di superare l’estremo difensore, entrambi a terra ma il sig Gatto estrae il rosso per l’attaccante). Al 97’ (7’ 1° TS) Andrea Amendola porta in vantaggio l’Amantea con un colpo di testa che scavalca l’incolpevole portiere Narvaez. E per la serie di cartellini rossi della giornata, l’arbitro Gatto riduce a 8 entrambe le squadre quando al 13’ Pts mostra il “red” a Cruscomagno che chiedeva spiegazioni circa un contatto in area e al 17’ Pts stessa sorte toccava al centrale Grupillo per doppia ammonizione. Il Secondo tempo supplementare registrava un netto predominio ospite alla ricerca del “miracolo” con l’Amantea impegnata a spazzare, sfruttando ogni situazione per recuperare tempo (non proprio sportivo ma a parti invertite ci sarebbe stato lo stesso atteggiamento). Triplice fischio che consegna le chiavi della finale playoff all’Amantea.

Le due squadre si sono affrontate con rispetto reciproco. Se l’Amantea poteva puntare al passaggio del turno forte del doppio vantaggio (pareggio o vittoria) oltre che disputare l’incontro sul proprio terreno di gioco, gli ospiti avevano l’obbligo di vincere. Per l’attento lettore non può sfuggire, però, il gran numero di giocatori espulsi (6) e degli ammoniti (3) in forte contrasto con quello realmente accaduto. Che potesse essere una gara particolare era nelle premesse, a questo punto della stagione è normale. In campo nessuna cattiveria, gara giocata con agonismo senza trascendere in altro, ci stà pure nascondere il pallone per ritardare la ripresa del gioco o richiedere l’intervento dei sanitari sebbene non proprio necessario, atteggiamenti non attinenti allo spirito sportivo ma lanci la prima pietra chi non l’ha mai fatto.

È invece poco comprensibile che a dirigere gare di questo livello (e quella di ieri è stata una gara di categoria molto superiore rispetto a quella di appartenenza) venga designato un ragazzo non adatto all’evento. Indiscutibile il beneficio della buona fede, ma imbarazzante, a dir poco, la conduzione della gara. Poca personalità, dialogo inesistente, preparazione fisica precaria, “fischio/non fischio” (spesso con fischietto in bocca pronto ad intervenire cambiando repentinamente opinione lasciando proseguire) il tutto mascherato con cartellini rossi a gogò. Le “vittime” dei  provvedimenti saranno oggetto di squalifiche che precluderanno la  presenza nella gara della finale. Ora, che paghi dazio l’Amantea o che lo avesse potuto pagare il Cassano Sybaris è un dettaglio, il dato su cui riflettere è che per proprie negatività si neghi a questi ragazzi di poter paertecipare all’evento duramente raggiunto e conquistato dopo mesi di sacrifici. Il sig. Gatto, persona perbene (lo si comprende nei pochi attimi di confronto avuto nel prepartita) non è stato in grado di reggere il peso della responsabilità che gli è stato affidato, probabile che possa essere pronto per altri momenti, diversi da quelli che non pregiudichino le sorti di una intera stagione. Assistenti? E cosa potevano fare se non aspettare la fine di tutto, mai entrati in gioco se non per segnalare le poche sostituzioni e i falli laterali.

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