di Pasquale Golia
 
Stefania Constantini e Amos Mosaner con la medaglia d’oro conquistata all’Ice cube di Pechino nel doppio misto di curling, battuta in finale 8 a 5 la Norvegia, in un colpo solo regalano una medaglia storica nella disciplina ed eguagliano il numero di medaglie pregiate di quattro anni fa. Malagò, il Presidente del Coni ha parlato di una medaglia simile a quella di Jacobs nei 100 mt di sei mesi fa a Tokyo. È la prima storica medaglia a cinque cerchi per l’Italia in questa disciplina, olimpica con le gare a squadre già nel 1924 e poi dal 1998 fino ad oggi, mentre il doppio misto è in cartellone solo da Pyeongchang. Gli azzurri sono stati nettamente i più forti del lotto, vincendo tutte e 11 le partite effettuate, le nove del girone eliminatorio, la semifinale e la finale. Nell’atto conclusivo non c’è stata storia. L’Italia ha fatto il break decisivo tra il secondo e il quarto end e poi ha gestito il vantaggio, avendo la meglio sulla coppia Nedegrotten-Skaslien. I due ragazzi, lei 22 enne ex commessa, e lui 26enne dell’Aereonautica militare, non hanno dubbi ed in coro ci dicono: “E’ un sogno che diventa realtà. Abbiamo vinto 11 gare su 11, questa medaglia ce la siamo meritata E’ un sogno che diventa realtà.“. La 22enne azzurra ha poi aggiunto: “E’ una medaglia bella pesante, alla mia prima Olimpiade subito medaglia d’oro. Tanti anni fa sognavo questo momento, l’ho realizzato, è un momento indescrivibile. Sono molto fiera di me stessa, ma c’è da sottolineare che i tiri si fanno in due e c’è un lavoro di squadra dietro. Tanta roba“. “Siamo stati la squadra migliore, non abbiamo rubato niente a nessuno” ha aggiunto Amos Mosaner. In questo alloro storico dei due ragazzi italiani c’è anche la piccola soddisfazione del cronista. Infatti, atterrato a Pechino, è stata la mia prima gara raccontata, fase eliminatoria contro i cechi, in questa avventura olimpica cinese. Per il Presidente del Coni Giovanni Malagò: “E’ un oro che passa alla storia, come quello di Jacobs. Grazie Stefania, grazie Amos. Siete l’orgoglio d’Italia“, subito dopo il successo nel curling del doppio misto Stefania Constantini-Amos Mosaner. “Non avete vinto le Olimpiadi, le avete stravinte! – ha aggiunto – Guidati da una grande Violetta Caldart, siete stati formidabili nella vostra semplicità: intesa, solidità e affiatamento dovrebbero essere prese ad esempio dall’intero Paese. Un grande abbraccio a Federico Pellegrino che non tradisce mai“, ha concluso Malagò, complimentandosi con l’azzurro argento nello sci di fondo. Nella mattinata italiana è arrivata un’altra medaglia per l’Italia, un argento, che porta a sette le medaglie totali italiane in questi Giochi, la porta in dote Federico Pellegrino medaglia d’argento nella finale Sprint TL di sci di fondo alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. L’atleta valdostano, che porta all’Italia la sesta momentanea medaglia dei Giochi, è arrivato alle spalle del norvegese Johannes Hoesflot Klaebo che si è confermato campione olimpico, bronzo al russo Aleksandr Terentev. Pellegrino si è riconfermato argento di quattro anni fa.
 
L’ATLETA CINESE NATA IN AMERICA MALTARRATTA SUI SOCIAL LOCALI PER UNA CADUTA La storia di oggi ci porta a conoscere una giovane pattinatrice, che ho seguito domenica scorsa al Capitol Indor Stadium di Pechino. Ho immortalato anche una sua caduta sul ghiaccio durante la sua prova ma mai avrei pensato che quella caduto suscitasse una reazione di quasi 200 milioni di cinesi. Zhu Yi , così si chiama la ragazza 19enne, è nata negli Stati Uniti d’America, tanto che il suo nome americano è Beverly Zhu, lei però a Pechino decide di gareggiare per la Cina. Dopo la caduta è stata accusata di non essere stata all’altezza del debutto olimpico, diventando con l’hashtag “Zhu Yi è caduta” un post popolare capace di raccogliere in poche ore oltre 200 milioni di visualizzazioni su Weibo, il Twitter locale. Molto probabilmente il tutto è stato amplificato dai non ottimi rapporti tra USA e Cina. Molti utenti si sono chiesti perché una skater nata negli Stati Uniti abbia potuto rappresentare la Cina, strappando numerosi like. Il caso di Zhu Yi è un esempio dei rischi legati alla naturalizzazione di oriundi e di stranieri, nel quadro più generale dell’enorme pressione della Cina per la conquista di medaglie. Mi Le, bionda giocatrice di hockey su ghiaccio di 25 anni, è nata in Canada ed è più conosciuta con il nome di Hannah Miller: ha segnato in serata il punto decisivo alla lotteria dei rigori contro il Giappone, permettendo alla squadra cinese di raggiungere i quarti. La performance è stata apprezzata sui social per “lo spirito combattivo”. La pressione sugli atleti di casa è fortissima con il conteggio delle medaglie a lungo propagandato dalla leadership comunista come segno di forza di una nazione che vuole essere una potenza sportiva anche nei Giochi invernali. Per rafforzare le possibilità di medaglie, la Cina ha avviato una campagna acquisti globale: Zhu fa parte di quella ventina di atleti nati all’estero, ma reclutati da Pechino con la preferenza data a coloro che avevano legami etnici e con le opzioni asiatiche poste al di sopra delle altre. La squadra di hockey maschile, dovendosi scontrare con giganti come Usa, Canada, Finlandia e Germania, è stata assemblata per evitare una figuraccia alla Cina che ha un’esperienza nello sport inesistente.
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